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Avvicinamento alle immersioni
Scritto da asat   
Martedì 15 Settembre 2015 19:14

Nella serata di lunedì 14 settembre grazie agli istruttori di immersioni di PadovaNuoto si è svolto il primo

avvicinamento al mondo scuba diving del gruppo sportivo ASAT. Il mini corso ci illustrava le basi della

disciplina e dell'attrezzatura . Subito dopo si entrava in vasca per svolgere i primi semplici esercizi e le

piccole emergenze imparando a mantenere la quota, nuotare in coppia in assetto costante

divertendoci un mondo!

 
UNUCI 2015
Scritto da asat   
Venerdì 08 Maggio 2015 19:46

Per la seconda volta siamo stati lieti di poter partecipare alla gara di tiro organizzata dal ANArt.Pavia Presso

la bellissima Cascina Legra di Val di Nizza. La competizione si svolgeva individualmente e prevedeva o gare

singole con le varie armi messe a disposizione o la gara principale in cui si sommavano i punti realizzati nelle

singole prove. Le prove richiedevano: Tiro a 600 mt con fucile di precisione Dragnov da seduti; Tiro a 15 mt con

pistola scorpion su pepper Tiro con fucile a pompa dal fianco su bersagli a 15 mt e da in piedi su bersagli a 20 mt

Tiro 120 mt con al al Tiro a 25 mt su pepper con MP5. In più come ormai di consuetudine il gruppo Asat faceva una

gara interna con M16 a 110 mt tirando una serie di 5 tiri in piedi 5 in ginocchio e 10 a terra.

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Unuci Roma 2014
Scritto da asat   
Sabato 17 Gennaio 2015 15:57

Fieri di essere invitati dalla sezione UNUCI Roma /Carabinieri Aprilia, 4 soci della sezione Mestre è stata lieta

di poter visitare e ripercorrere gli itinerari percorsi dalle forze alleate durante lo sbarco ad Aprilia.

La gara di pattuglia “Remember Seige” proponeva alle pattuglie partecipanti i classici esercizi delle gare UNUCI

all’interno degli stessi “fossi” che tanto hanno dato da fare alle truppe Inglesi dopo lo sbarco nei pressi di Roma.

I “fossi” o “WADI” come gli chiamavano gli inglesi perché le truppe impiegate erano le stesse che erano appena

tornate dal Nord Africa sono i torrenti che solcano le colline a sud della capitale e l’area operativa aveva come

centro il capitello dove si ricorda il padre del famoso cantante del gruppo Pink Floid ucciso durante l’avvicinamentoa

Roma.

La gara era divisa in 4 sezioni:

Simulazione di pattuglia di interdizione dietro le linee nemiche, contatto con informatore, recupero informazioni

rubate ed eliminazione capo fazione. In pratica pattuglia diurna intervallata da check point obbligatori, esercizi

pratici di cartografia,reazione all’imboscata  tiro di precisione, IED, NBC, azioni dirette utilizzando repliche da soft air,

e prova di salita con corda in sicurezza

una sessione serale di pronto soccorso tenuto dal personale della croce rossa

Una simulazione di esfiltrazione notturna dalle linee nemiche fino alla ZAE con passaggio mezzi/truppe di contro

interdizione.

una sessione teorica di riconoscimento mezzi

L’adunata svolta presso la sede dell’associazione carabinieri Aprilia si svolgeva alle ore 8:00 per il solenne

Alzabandiera.

Dopo le normali pratiche amministrative di iscrizione e il briefing operativo tenuto dagli ufficiali della direzione

operativa veniva richiesto alle pattuglie di prepararsi alla prima prova.

L’equipaggiamento richiesto era il classico del pattugliatore con kit medico, moschettone, qualche metro di corda,

il materiale per la cartografia, il cambio per l’equipaggiamento prima linea e nel caso non si raggiungessero

i 15kg un po’ di zavorra.

A turno le pattuglie venivano portate al punto di infiltrazione a pochi chilometro dalla sezione.

La sezione ALTA Mestre è stata agevolata assegnando il pettorale simbolico nr 1 in modo che potesse avere

più tempo di riposo prima della sessione serale e notturna visto che eravamo il team che proveniva da più

lontano.

 

Il primo punto di controllo si raggiungeva percorrendo una dolce salita su una collina, avvicinandoci senza svelare

la nostra presenza la coppia d’attacco intima il congelamento degli attivatori presenti mentre la seconda coppia

forniva sicurezza.

Dopo la rapida valutazione sul movimento eseguito veniva richiesto di stimare azimut e distanza di un casolare

a quasi 2 km di distanza e successivamente ci viene riferito che il nostro team è stato il secondo migliore con

uno scarto di 50mt rispetto alla misura reale.

Il secondo CP portava subito al torrente, su una parte asciutta che faceva pensare che probabilmente tutta il tragitto

fosse nelle medesime condizioni, disdicendo quando detto in fase di briefing, ma dopo pochi metri e raggiunto un

secondo CP si cominciava a mettere i piedi a mollo.

In questo CP è stato trovato anche una cartello con il simbolo NATO di stazione radio.

Al CP successivo non è stato trovato nessun cartello e questo ci ha fatto leggermente disorientare perché ci faceva

supporre di non aver trovato il punto preciso o di non esserci accordi del cartello, mentre invece per parecchi punti

di passaggio non abbiamo trovato ne attivatori ne esercizi.

Il movimento in queste gole tra le colline forniva ottima copertura dall’essere avvistati dagli attivatori della sezione

che invece muovevano sulle colline e potevano spostarsi rapidamente lungo le strade che attraversavano l’area operativa.

Al CP 8 due attivatori semplicemente ci avvisavano di precorrere un’ tratto fuori dal fosso perché il percorso era

reso inagibile.

Rientrati in rotta e passata una biforcazione del torrente avvistavamo sul alveo un’altra coppia di attivatori che

chiamati per farci riconoscere ci esortavano a raggiungerli.

Ci consegnavano una foto di terroristi e ci spiegavano che da quel punto in avanti l’intelligence riteneva potessero

esserci ostili.

Continuando nella pattuglia nel Wadi notiamo il torrente allargarsi da una gola ad una zona più larga.

Coordinato il cambio di movimento, da colonna a spinta, a due colonne a sbalzi per assicurare copertura in caso

di pericolo, una raffica di pallini di plastica di un cecchino abbatteva un nostro operatore.

Un rapido movimento del team riusciva però a scovare ed eliminare un secondo cecchino appostato sulla riva opposta

e tramite un movimento a sbalzi dei tre superstiti si riuscivano ad abbattere anche il primo sniper.

Fortunatamente la DE non richiedeva di trasportare il ferito perché riteneva di valutare solo la reazione all’imboscata

senza prove di esfiltrazione e/o mediche.

Ripreso il percorso sempre sul letto del torrente arrivavamo al prossimo esercizio in cui veniva prima richiesta una sessione

di tiro con replica da soft air di fucile di precisione individuando ed abbattendo il terrorista precedentemente identificato

dall’intelligence.

In questa prova individuato il terrorista tra diverse sagome si procedeva ad abbatterlo con 4 colpi in sagoma senza notare

che le sagome raffiguranti il terrorista erano due. Prova superata quindi al 50%.

Gli attivatori ci richiedevano subito di raggrupparci per entrate in una grotta scura.

Utilizzando un rametto mentre un “coppio” illuminava l’area e sotto la copertura della seconda coppia si superava anche

la verifica di movimento in area esposta a trappole e si veniva poi guidati in una stanza.

All’interno di una stanza la cui scenografica prevedeva un morto e una deflagrazione, ad un operatore veniva chiesto di

recuperare le informazioni se presenti nella stanza. Restando attendi a non calpestare frammenti di mobilio, veniva

individuata nella mano del chimico morto una sospetta provetta. Sempre nella completa oscurità della grotta illuminata

dalla nostre torce tattiche si procedeva al recupero dell’artifizio senza innescare due trappole nascoste dagli attivatori

svelate a posteriori.

Gli attivatori ci ricordavano che quei tunnel furono utilizzati dalla popolazione di Aprilia per rifugiarsi dai bombardamenti

degli alleati, ed avevano salvato la vita a migliaia di persone tant’è vero che i tunnel nelle colline si biforcano per chilometri.

Ritornati all’esterno, al successivo CP avremmo dovuto trovare l’accampamento dei terroristi.

Avvicinandoci su due fronti la squadra velocemente espugnava la fortificazione e i bunker nemici e riprendeva il cammino

abbandonando il fosso.

Su un piccola collina altri attivatori una volta richiamati ci accennavano ad avvicinarci e ci richiedevano di eseguire un imbrago

di fortuna con cordino da 8, e di assicurarci ad una corda con paracord per rallentare l’eventuale caduta.

A turno ogni operatore faceva vedere come sapeva eseguire l’imbrago e il sistema di sicurezza poi vista la facilità di risalita

veniva richiesto al posto della risalita con corda un movimento tattico a per raggiungere la pianura sovrastante.

Il rimanete percorso si svolgeva in un area aperta dietro ad una fabbrica e nei pressi di una casetta in disuso, ma senza

presenta di attivatori od imboscati e l’unico problema risiede nel superare senza farci vedere una coppia in felici effusioni

amorosi, soprattutto per non spaventarli vista la nostra divisa.

Arrivato al punto di esfiltrazione pensando di aver concluso la prima parte notiamo invece gli attivatori richiamarci per

eseguire la prova NBC nell’attesa di essere raggiunti dalla rimanti squadre.

La prova prevedeva che un operatore indossi la maschera antigas ed elmetto a cronometro e una prova olfattiva riconoscendo

l’agente chimico racchiuso in delle borracce e poi di scegliere l’adeguata cura da campo tra quelle presenti al check point.

Prova praticamente non superata da nessuno dei tre nostri componenti.

Dopo aver riposato in loco un ora e trenta minuti non appena raggiunti dal secondo team composto da bersaglieri lo

stesso furgone dell’associazione carabinieri che ci ha accompagnato al infil ci ha riportato alla sezione, dove abbiamo

rapidamente consumato una nostra razione da campo prevedendo bene che non ci sarebbero stati molti altri momenti

di riposo.

Verso sera dopo l’ammaina bandiera ed un intervista ad una televisione digitale, all’interno della sezione è stata tenuta

la lezione di primo soccorso dalle infermiere della croce rossa dove sono state spiegate le tecniche di soccorso da soffocamento,

massaggio cardiaco, e priorità di intervento secondo l’attuale legislazione mostrando praticamente grazie a manichini le

tecniche pratiche.

Un abilissima truccatrice anche ha mostrato poi diversi tipi di ferita e bruciatura mentre un’infermiera spiegava come medicare

e assolvere il primo intervento.

Come previsto i tempi di riposo sono stati ridotti al minimo tanto che le altre squadre non sono riuscite a prepararsi per

la fase di pattuglia notturna, un po’ per le difficoltà affrontate durante la fase diurna, un po’ perché ormai la stanchezza

si faceva sentire per tutti e essere rientrati alla “base” ha mentalmente abbattuto la voglia di rimettersi in gioco.

Anche noi durante la lezione, al caldo, con i piedi asciutti, cominciavamo ad accusare il colpo, ma ASAT ha preso questa

difficoltà come un’ulteriore prova.

Risaliti sul mezzo utilizzato in precedenza, siamo stati sbarcati circa a metà del percorso diurno, proprio in prossimità di

un ponte in cui avevamo avvistato il personale dell’associazione carabinieri  di vedetta durante il giorno.

Attesi 10min per abituare gli occhi e i rimanti sensi all’ambiente notturno, ci siamo incamminati per il precorso esposto

durante il briefing dedicato svolto subito dopo la lezione di pronto soccorso.

L’esercizio simulava la manovra di esfiltrazione dopo l’azione diretta eseguita di giorno.

Il movimento più lento e silenzioso rispetto al giorno sembrava anche semplice rispetto a quello diurno perché il letto

del fiume era sabbioso e privo d’acqua e tenersi lontani dalla luce della luna per ridurre la possibilità di essere avvistati

era abbastanza semplice.

In questa fase ad ogni punto di passaggio non si incontravano attivatori, trovavamo invece foto di mezzi aerei e terrestri,

che prontamente andavamo a verificare ed annotare mantenendo sempre almeno due operatori in difesa e uno in appoggio

a chi andava a verificare la foto.

Gli attivatori avrebbero dovuto restare al di sopra degli argini cercando di intercettare il nostro movimento, ma per tutta

la nottata ci eravamo conviti che data la stanchezza e/o qualche ritardo nella cena non ci fosse nessuno perché durante

tutto il tragitto non siamo stati attivati ne’ abbiamo sentito movimenti sospetti.

In realtà ci sveleranno il mattino successivo che hanno passato tutta la notte a rincorrerci ed ogni volta che verificavano

il torrente si accorgevano che eravamo passati sotto di loro senza che se ne fossero accorti.

Il problema invece veniva dalla morfologia del terreno. Il letto del fiume tendeva sempre più a respingersi e il corso d’acqua

a diventare sempre più corposo mostrando viscide rocce.

In un primo momento siamo riusciti camminando sui lati ad evitare abbastanza i guadi ma soprattutto in prossimità di piccole

cascatine abbiamo dovuto marciare con l’acqua sopra la cinta

Ad un tratto circa ad un 1km dal punto ZAE un attivatore ci ha fatto impostare per una risposta all’ingaggio scendendo senza

preavviso dall’argine sinistro del torrente.

In realtà era un informatore che ci suggeriva di risalire l’argine opposto rispetto a lui pochi metri più avanti altrimenti non

sarebbe stato più possibile uscire dall’ fiume prima di un ponte romano poco più avanti.

La salita è risultata ripida e difficile per il primo operatore, e per il secondo e terzo ci siamo dovuti adoperare tirandoci

su a braccia.

Al terzo passaggio la salita era diventata talmente scivolosa che neppure il metodo utilizzato riusciva a sollevare il quarto

operatore rimasto a mollo. Si decideva così di assicurare una fune per il recupero.

Ripreso l’assetto, distrigandoci tra rovi ed arbusti ci siamo diretti verso la strada dove ci è stata descritto il punto preciso

dove eseguire la ZAE.

Muovendo in formazione a delta nel prato antecedente il parcheggio identificato come ZAE abbiamo verificato che non

ci fossero forze ostili.

L’area era presidiata da attivatori ma solo con il ruolo di verificare il nostro movimento, di conseguenza abbiamo rastrellato

l’area di atterraggio per verificare presenza di IED e se il terreno fosse adeguato all’atterraggio.

Un attivatore ci ha interrogato su come avessimo comunicato e come di li a poco ci saremo interfacciati con l’equipaggio

dell’elicottero, spiegando che lo avremmo contattato sul canale radio e con lui avremmo coordianto anche un sistema di

comunicazione ottico per farci riconoscere in modo da essere entrambi sicuri di chi si trovava di fronte.

Ci veniva inoltre chiesto se l’area era idonea per avvicinamento ed atterraggio di un elicottero, e precisavamo che il terreno

e gli spazi erano conformi ma la presenza di una fabbrica e di tralicci non era proprio un’gran che.

Di li a poco abbiamo posizionato le luci fornite per formare la T per l’atterraggio ed una volta sentiti i motori sono state accese,

abbiamo coordinato con le torce e i fari il riconoscimento ed il mezzo si è posizionato sul punto di atterraggio.

L’operatore più vicino ha raggiunto l’elicottero ed è rimasto a terra assicurando copertura mentre il capo pattuglia ha prima

fatto salire gli altri componenti della pattuglia poi è risalito per poi far salire anche l’ultimo operatore rimasto in copertura

per poi dare il via libera all’ufficiale di cabina del mezzo.

A detta degli attivatori la procedura è stata eseguita a libretta  a meno di trovare anche le nostre armi individuali non

in sicura. Rispondevano correttamente anche alle domande sulla dottrina da tenere una volta a bordo, spiegano che una

volta sul velivolo eravamo praticamente un pacco postale e non saremo intervenuti in nessuna azione se non richiesta

dal pilota o dall’ufficiale di cabina, neppure se sotto fuoco nemico.

Rientrati alla sede con il mezzo, ci hanno lasciato prenottare nei nostri sacchiapelo in una degli uffici per poi ritrovarci con

il resto dei partecipanti e l’organizzazione per l’alzabandiera.

Durante la mattina siamo rimasti abbastanza liberi mentre gli altri team completavano eventuali prove teoriche (NBC,

riconoscimento mezzi) mentre noi completavamo l’ultimo riconoscimento mezzi terrestri e aerei svolto mostrando una

lunga serie di foto su un computer portatile.

Verso tarda mattinata, ritrovati tutti nella sala principale si sono svolti i ringraziamenti e le premiazioni.

 
Gara di Tiro Pavia
Scritto da asat   
Lunedì 12 Gennaio 2015 22:04

Agriturismo Cascina Legra

ALTA Mestre lieta di aver partecipato alla gara di tiro UNUCI svolta presso l'agriturismo Cascina Legra.

La gara prevedeva una serie di prove di tiro a coppie.

Tiro a 600mt su bombole di gas (vuote) con fucile di precisione Dragunov.

Tempo max 2 minuti per caricare e sparare 5 colpi a testa

Tiro a 30mt con UZI e MP5 Kurz

Tiro su sagoma a 15 mt con Walter P38

Lancio bomba a mano inerte a 10mt in salita in finestra

Tiro a 120mt su target di metallo 10x10cm con AK47

ALTA Mestre ha eseguito una prova di team con M16 a 120mt su target metallico 10x10cm di 5 colpi in piedi, 5 in ginocchio, 10 a terra.

 

 
Dingo's Fury
Scritto da asat   
Sabato 06 Dicembre 2014 00:00

Dicembre 6, 2014 Evento soft air 30H

Ci dobbiamo sbrigare, tra poco comincia a piovere... ...allestire l'ospedale da campo con  la pioggia

sarà difficile e ci metteremo anche più tempo, pensa se poi siamo su un punto in cui siamo esposti

alla bora... .

Ecco le premesse pochi minuti prima di arrivare a Fernetti dove i nostri 9 operatori partecipavano

come difesa obiettivi, contro interdizione all'evento Fox hole, Digo's Fury organizzato dagli amici

SAT Tergeste.

Arriviamo con i mezzi in prossimità dell'HQ e scarichiamo il materiale per allestire la tenda ospedale

e l'equipaggiamento individuale.

Velocemente ci prepariamo per essere operativi entro le ore 12 ora di inizio operazioni e sopratutto

la Tenda Ospedale e la tenta per riposare  è allestita, mancano piccoli dettagli coreografci, ma

preferisco siano finiti mentre le operazioni sono già cominciate così se qualcuno è già presente

in AO magari riesce a fare un bel book fotografico dinamico con l'alza bandiera della Luna Rossa

(facciamo parte dell'esercito saudita, una sorta di combat-sar).

Siamo divisi in tre squadre e Palla con Marlene e Paina sono già di ronda attorno all'HQ sotto un

bel rovescio per cominciare a prendere confidenza con il territorio.

Dingo, Gigi e jonny li seguono a pochi minuti di distanza.

Sten, Noce e Saro intanto vi vestono da chirurghi e operano i primi interventi per medicare le

"gravi ferite" al nostro manichini a cui abbiamo dovuto amputare arti e presenta una lunga

lussazione al collo.

Nel frattempo la DE ha fatto un breifing e avverte che ci sono molte defezioni di personale

e non riescono ad assicurare i turni di riposo previsti.

Vogliono che i sentieri dell'AO siano costantemente pattugliati durante l'intero arco dell'operazione.

Le squadre in pattuglia saranno formate da tre operatori. Ad ogni team è assegnato una parte

di sentiero lungo l'AO e sulla cartina sono facilmente contrassegnata da colori diversi.

A dingo è assegnata il tratto giallo, una carrabile da N-S nelle vicinanze di HQ, mentre Palla

è in arancio un sentiero poco battuto che si biforca per arrivare nei pressi della stazione radio.

Il cielo rimane coperto e presto è scuro, ma tutti sono già usciti con l'equipaggiamento per

la notte.

Alle 18:30 esce anche Sten per dare il cambio ad arancio dopo aver mangiato una gavetta

colma di Iota preparata da dalla DE alla tenda comando.

Personalmente non sentirò l'esigenza di mangiare fino alle ore 15 del giorno successivo!

Dingo si stupisce che stiamo dando il cambio ad arancio che è uscito dopo di loro e sopratutto

ha appena incrociato altri operatori che hanno riferito di sostituire arancio.

Raggiunto Palla ci dice che ha perso contatto con Marlene, si sono divisi per verificare sia arancio

Nord che Sud.

Arancio entrante prova a trovare il sentiero Nord, ma è proprio vero che è poco segnato e visibile

specie con l'oscurità e la pioggia.

Intanto Marlene ha raggiunto la stazione radio e la FIR provvede a riportarlo ad HQ evitandogli di tornare a piedi.

Sten pattuglia anche il sentiero a nord ma nessun movimento devo solo fare da ponte per un altra pattuglia

arancio, Dingo aveva ragione che c'era stato un fraintendimento.

La pioggia continua a scendere, Dingo continua ad restare operativa. Arancio è in pattuglia e ci chiedono di

dare il cambio al Check point, ma dopo 20 min di marcia quando riferiamo di essere prossimi al CP la

stazione radio capisce che sulle cartine ci sono delle incongruenze e i dui CP hanno lo stesso nome. e

noi chiaramente ci siamo incamminati su quello sbagliato.

Torniamo indietro sui nostri passi ma stimo non meno di 20 min. I sentieri sono pressoché allagati,

scivolosi e sono anche caduti degli alberi e facciamo difficoltà a dare rinforzo ad un paio di attacchi

subiti dalla stazione radio.

Arriviamo al CP a S della stazione radio, non piove più e forse il forte vento è un bene, perchè da

un lato fa sentire il freddo, ma sta asciugando l'equipaggiamento che dopo 11 ore è bello umido.

ck point

Alle 12:30 decidiamo di informare la DE che siamo fuori da oltre 4 ore, anche perché nel caso dobbiamo

essere sostituiti da una pattuglia appiedata prima che ci raggiunga attraversando tutta l'AO da E a W e

che noi rientriamo non riusciremmo a essere al HQ prima delle 01:30.

La DE decide invece di lasciare sguarnito il CK e ci fa ritirare dalla FIR.

Lungo le carrabili del vediamo dai finestrini Palla e i suoi che sono tornati in pattuglia dopo essersi riposati

ed avr mangiato qualcosa. Rientreranno all'HQ alle 3 circa.

All'ospedale trovo Dingo che ancora riposa ma preso ripartono anche loro in pattuglia.

Alle 2:30 mi ritrovo nuovamente con Dingo e stavolta tutti assieme facciamo una testa di ponte a

N di HQ perchè delle sentinelle hanno visto un cospicuo numero di militanti ISIS dirigersi verso l'HQ.

Circa alle 3 Gigi nota movimento a non meno di 50 mt N dalla tenda comando. HQ viene quasi espugnato,

ma alla fine l'ISIS è respinta.

Saro sgrana e componiamo un team misto per pattugliare giallo.

Subito però DE ci avverte che una squadra ci sta raggiungendo e ci accorpiamo a loro per andare a dare

una lezione all'HQ ISIS dopo l'affronto ricevuto.

Dopo un lungo avvicinamento, non troppo silenzioso e il campo ISIS è conquistato, poche perdite tra

i nostri ranghi.

Sono le 6 ed è chiaro la FIR da priorità al nostro rientro, Dingo, Gigi e Jonny sono in pattuglia dalle 12:30,

ci chiedono solo di verificare solo un punto nei pressi di CK 1 per poi andare a riposare.

Rientrati in HQ riparte Palla mentre 6 di noi riposano.

Alle 12 finalmente Palla rientra e noi siamo in piedi e ci raccontiamo quanto è successo. I tre team sono

stati isolati tra loro per quasi 24 ore svolgendo l'incarichi assegnati su aree diverse.

Il team di Palla va a riposare e Noce con un tema misto esce in addestramento.

Sten con il team di Dingo gli da il cambio più tardi.

Avvicinandoci al campo di addestramento ci informano che un team di interdizione sta tenendo sonno

scacco il campo.

Per radio coordiniamo l'avvicinamento con l'operatore delle SF che ci deve addestrare al tiro e riusciamo

ad intercettare ed eliminare la minaccia, 4 operatori Camshot.

La sessione di tiro è dinamica ed appassionate veniamo solo disturbati da un secondo team interdizione

dei Flying Horses che dobbiamo abbattere per la nostra sicurezza.

Verso le 15:30 scortiamo all'HQ l'operatore delle SF che ci ha addestrato, anche li deve mangiare come

noi un bel piatto di pastasciutta con il sugo preparata sempre alla tenda comando.

La DE ha deciso di abbassare il livello di allerta in AO. Adesso si che ASAT è tutta riunita. Le restati ore

passano veloci è tranquille perché non sono avvistate SQ in interdizione e neanche l'ISIS si fa sentire.

Poco prima delle 18 termine delle operazioni siamo già pronti per disallestire l'ospedale.

L'operazione è ora terminata e possiamo salutare i SAT non prima di esserci complimentati con loro

perché erano anni che vedevamo un area operativa costantemente pattugliata per dar flo da torcere

agli interditori.

 

 

 

 

 

 

 
Abbiamo perso
Scritto da Administrator   
Giovedì 07 Agosto 2014 09:06

E' scomparso ieri in un tragico incidente stradale Matteo Marcuglia, amico e membro asat.

Non ci sono parole per esprimere quello che proviamo, solo lacrime.

San Marco !

 
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